La più antica chiesa superstite in città è quella dell’Odegitria, dedicata appunto alla Vergine che indica nel suo Figlio Gesù la via da percorrere. Nota oggi come la chiesa dell’Itria, sita nell’omonima piazza, dai vecchi era conosciuta col titolo di Sant’Eligio, per la presenza del santo vescovo di Noyon nell’affresco che raffigura la Madonna, posto sull’altare. Risalente al sec. XII, la struttura attuale è voltata a botte e arricchita da pregevoli affreschi realizzati a più riprese tra medioevo ed età moderna, corrispondenti suppergiù ai vari stili pittorici riscontrabili nei cicli della basilica orsiniana di Santa Caterina d’Alessandria nella vicina Galatina. Le architetture sopravvissute corrispondono alla sola area presbiteriale dell’antico edificio, con l’elegante abside, le sue longilinee monofore strombate e l’oculo sovrastante il presbiterio. Trasformata per lungo tempo in stalla, la chiesa è stata restaurata e restituita al culto grazie a una campagna di sensibilizzazione promossa negli anni Ottanta. Nella chiesa è conservata l’antica effigie in pietra, assai logorata, della Madonna di Costantinopoli, fino al 1955 custodita in Chiesa Madre, che costituisce uno dei più importanti esempi di scultura pugliese del primo rinascimento.

Testi: Francesco Danieli